Abbiamo avuto il piacere di parlare con Lorenzo, mente creativa dietro @virtumasion, un progetto che coniuga moda, arte e imprenditorialità in un equilibrio affascinante.
Studente dell’Istituto Secoli di Milano, con un background artistico che affonda le radici nel disegno e nella pittura, Lorenzo ha trasformato la sua passione in un percorso concreto, fondendo estetica e strategia in ogni sua creazione. Nel corso dell’intervista, ci ha raccontato di come tutto sia iniziato con una semplice immagine: un paio di jeans Gucci, che non ha voluto acquistare, ma riprodurre con le sue mani.
Da lì, il primo progetto di customizzazione, SketchCustom, fino alla nascita di VIRTU, il brand che oggi rappresenta il suo modo di vedere la moda. Con la sua ultima collezione, “Unconscious”, Lorenzo esplora il concetto di percorso, tra conscio e inconscio, ispirandosi alla nebbia come metafora della saturazione del settore moda e del processo di scoperta di un brand. Un confronto che ci ha permesso di entrare nella sua visione, tra creatività, strategia e il desiderio di trasmettere qualcosa di più profondo attraverso il suo lavoro.
Dal nostro punto di vista sei riuscito a coniugare in un ottimo modo arte e business, una sfida molto complessa, vogliamo sapere secondo te dove sta il punto di incontro tra le due, come fai convivere al meglio i due aspetti, e soprattutto, se è una nostra impressione o se ci riesci davvero. Arte e soldi sono due cose che a nostro avviso non vanno molto d’accordo, i soldi, solitamente intralciano e bloccano idee e svincoli creativi, ti senti libero oppure frenato?
Innanzitutto, grazie per avermi contattato. Mi fa piacere che tutto ciò che ho fatto fino ad oggi sia arrivato, ma soprattutto che sia arrivato nel modo giusto.
Parto dicendo che provengo da un liceo artistico, ma fin da piccolo mi cimentavo nel disegno, soprattutto nel mondo dell’illustrazione, per poi arrivare a quadri, dipinti e collage. In qualche modo, ho sempre respirato il profumo dei colori e dei fogli.
Mi cimento nella moda con l’unico obiettivo di dare una forma ai miei pensieri. Il mondo del business, invece, è una questione di famiglia, quindi nasco già con una vena imprenditoriale. Ad esempio, all’età di 9-10 anni ho fatto il mio primo stand, dove vendevo scarpe (classiche), perché, da bambino, tra i mille sogni che avevo, quello era uno di quelli.
VIRTU, quindi, è il connubio tra queste due vene artistiche, dove stimo sia l'una che l’altra. Quando c’è un’idea, un concetto, bisogna anche saperlo vendere nel migliore dei modi. Nel mio caso, lo racconto e cerco di trasmetterlo a tutti coloro che mi stanno attorno, partendo dal mio team. Quindi no, non sono di intralcio; anzi, spesso, durante il processo creativo, mi capita di avere idee anche per promuovere e vendere i prodotti.
Prima di saltare all’ultima collezione di @virumasion, volevamo che ci raccontassi anche di @sketchcustomshop, sappiamo che vendevate su Etsy e in negozio da @official_store_it, abbiamo visto anche qualche jeans custom. Come avviene il passaggio da un progetto all’altro? Com’è iniziato il tuo viaggio nella moda?
Esatto, durante la pandemia inizia quello che poi diventerà il percorso che mi porta a scoprire questa mia passione per la moda, che poi diventa una vera e propria ossessione. Iniziò tutto dopo aver visto una foto di Luca Santeramo, dove indossava un paio di jeans Gucci con pantaloni floreali. Me ne sono completamente innamorato, tanto che, invece di comprarli, me li sono fatti da solo. Non avevo competenze di cucito, ma quelle pittoriche sì, quindi pennello alla mano, ho replicato i jeans di Luca. Anche qui, un piccolo aneddoto: ogni volta che li lavavo, subito dopo do vevo riprenderli, perché il colore andava via. Da qui nasce SketchCustom, un progetto che ho avviato insieme a mio fratello, che mi aiutava a fare video e contenuti per il profilo.
Il progetto si basava sulla customizzazione dei jeans Levi’s 501, e uno degli ultimi progetti è stata una felpa, e così si è conclusa la storia di SC. Il salto da un progetto all’altro è stato immediato. Mio fratello e due suoi amici mi hanno chiesto di andare in montagna per parlare di un progetto che oggi si chiama VIRTU. Così è nata la collaborazione con Filippo, Michele e Alessandro, che sono i miei collaboratori fidati.
Passiamo ora all’ultima collezione di @virtumasion, il tema che viene proposto è l’Inconscio, un luogo dove identità e realtà si sospendono, la nebbia cela dei dettagli che la nostra mente ricostruisce per permetterci di esplorarlo e di vagare per i meandri della psiche umana.
Come nasce questa collezione? Cosa la ispira? Esiste davvero l’Inconscio? E’ giusto tentare di visualizzarlo o si va contro la sua natura?
La collezione nasce da un tema principale, ovvero “il percorso”, che si sviluppa in tre fasi: inconscio, subconscio e conscio.
Queste fasi sono quelle che tutti noi affrontiamo senza nemmeno rendercene conto, ovvero il percorso di conoscenza delle cose, in questo caso di un brand, tra i tanti presenti. Ho messo in evidenza come, secondo me, avviene tutto questo, partendo dalla realtà più buia ed enigmatica. Il pensiero che ha fatto scattare gli altri mille pensieri è stato quando ho tradotto la saturazione del mondo della moda nell’elemento “nebbia”, che ho enfatizzato a livello visivo. Nel momento in cui scrivevo il concetto della collezione, mi immedesi mavo proprio in una persona che si trovava in un luogo a lui conosciuto ma che, al contempo, appariva sconosciuto. Da qui nasce la colle zione “Unconscious”. L’inconscio, a parer mio, esiste e spesso ci viviamo dentro. Non sono altro che quei momenti di confusione in cui la nostra mente è comple tamente annebbiata e tutti gli elementi si mescolano tra di loro.
Ti definisci un’artista? Che peso dai a questa parola?
Più che definirmi un “artista”, mi sento un artista, ma è comunque una parola che ha un grande valore. Credo che saranno gli altri a definirmi tale, se mai dovessi esserlo.
Che PERSONA sei?
Sono una persona semplice, pura e costantemente ossessionato dal lavoro.